L’osteria Paradiso
È l’osteria paradiso il luogo dell’incontro, il punto di avvicinamento tra le due realtà: quella di Shun Li e del poeta pescatore.
Uno spazio piccolo, intimo, con luci soffuse. All’interno alcune slot machine, un tavolo da biliardo, anziani che giocano a carte, un grande bancone di legno e un oste al quale chiedere l’ombra. Momento, più che luogo, d’incontro e di aggregazione; culla di abitudini e consuetudini maschili.
Qui ci si ritrova per bere vino, per giocare a carte, per passare il tempo, per raccontare la nottata trascorsa a pescare. Qui si scontrano le generazioni, così diverse nel modo di rapportarsi con la laguna, il mare e la vita (vedi La pesca: uno stile di vita).
Osteria Paradiso |
Qui ci si ritrova per bere vino, per giocare a carte, per passare il tempo, per raccontare la nottata trascorsa a pescare. Qui si scontrano le generazioni, così diverse nel modo di rapportarsi con la laguna, il mare e la vita (vedi La pesca: uno stile di vita).
Devis (Giuseppe Battiston) e il figlio nell'osteria |
Questa è un’osteria chioggiotta, un luogo “più simile ad un locale tunisino che ad un bar italiano” come fa notare Segre, anche perché le donne vi sono tacitamente escluse.
La presenza di Shun Li nel ruolo di ostessa è dunque doppiamente destabilizzante: è una donna giovane e bella (nel film anche prima vi era un’ostessa ma più anziana, alla qual presenza gli avventori erano abituati) e perdipiù straniera; novità troppo rilevanti per una realtà così legata a tradizioni che odorano di antico.
In questo contesto Shun Li rappresenta la modernità, l’ansia di cambiamento che si impone con prepotenza; è un “fatto anomalo e misterioso” che sconvolge gli assetti di una società immobile, costringendola al mutamento.
Shun Li (Zao Thao) e Bepi (Rade Šerbedžija) |