La pesca: uno stile di vita
Il tema della pesca è centrale nel film “Shun Li e il poeta” tanto quanto nella vita degli abitanti della cittadina clodiense, i chioggiotti.
Pescatori sono i personaggi, dal protagonista Bepi, al padre di Shun Li che non compare mai in scena se non attraverso l’immagine di una vecchia foto. Pescatori sono anche Maicol e Devis, i “giovani”, coloro che, a causa del proprio modo di pescare, vengono considerati dagli altri dei “desgrasiai”, ovvero dei disgraziati. Esiste un reale problema legato allo scontro generazionale dovuto al diverso modo di intendere la pesca e la vita del pescatore.
Bepi e Coppe, per esempio, pescano con amore, con accortezza, attenti alle leggi dello stato e soprattutto della natura.
Bepi e Coppe intenti a pescare |
Anche nel film è evidenziato il disagio da parte dei “vecchi” nei confronti dei metodi di lavoro di Devis e Maicol: questi ultimi vivono alla giornata, più attenti al facile guadagno che ad uno stile di vita che sia rispettoso del mondo circostante, di quell’ecosistema che con le loro barche visitano e devastano ogni notte.
A Chioggia si pongono innanzitutto due problemi: la pesca a strascico, considerata deleteria per il fondale e per il novellame, e la pesca di frodo. Realtà estremamente redditizie ma anche molto dannose e pericolose.
Vi sono vari metodi di pesca: nel film si vedono i personaggi intenti a pescare con la "coccia volante". Questo tipo di pesca si effettua con due imbarcazioni di circa venti metri l’una. Dapprima si individuano i banchi di pesce, poi si procede calando la rete che viene trascinata dalle due imbarcazioni. Solitamente i pescatori che praticano questo tipo di pesca partono all’alba e lavorano interrottamente per circa tre-quattro ore. Vi è poi la pesca con i ramponi, effettuata con casse di ferro dentellate; con questa tecnica si pescano prevalentemente sogliole e capesante. è praticata inolotre la pesca con i “parancai”. Questo tipo di pesca, che permette di pescare prevalentemente anguille e passere di mare, si effettua con un’imbarcazione lunga circa dieci metri. Il parancaio altro non è che un filo di nylon di trecento metri circa, con vari ami sistemati a distanza di un metro l’uno dall’altro.
Maicol e Devis |
Infine esiste la pesca a reti da posta, ovvero con reti ferme. Reti di considerevole lunghezza disposte verticalmente e calate in mare in modo che il pesce vi rimanga impigliato. A questo tipo di pesca si dedica oggi Giordano, l'ex pescatore che interpreta Baffo.
Bepi e Coppe con le reti da posta |
Tipicamente chioggiotto è il “bragozzo” (il termine deriva da "baragòzzo", "baragòso", "bargòzo", "bargòso", "braguzo", "bragòzo", "bragòso" ), un’imbarcazione lunga circa dodici metri e larga tre, nota per la resistenza e la peculiarità delle sue vele. Queste, oltre ad avere una forma atipica, erano intereamente dipinte: al centro della vela di dimensioni maggiori veniva raffigurato lo stemma della famiglia proprietaria in modo che il vigariolo (avvistatore marittimo) potesse riconoscere a distanza il “paron” (padrone) della barca in avvicinamento. I colori usati per la dipintura erano l'ocra, il rosso mattone, il nero, il marrone e talvolta l'azzurrro, tutte tonalità facilmente reperibili all'epoca (fine XVIII secolo). Erano le mogli dei pescatori a confezionare le vele, cucendo insieme oltre trenta teli.
Anche lo scafo era interamente dipinto: a prua solitamente veniva raffigurato un angelo nell’atto di suonare la tromba, od altri soggetti sacri che avevano la funzione di proteggere l’imbarcazione durante le uscite in mare.
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Il bragozzo |